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2020-11-12

Applicare il Design Thinking? Ve lo spiega mia figlia.

di Diego Merello

Si sente spesso parlare di Design Thinking negli ultimi anni ed è facile trovare documentati casi di successo in cui le sessioni di Design Thinking hanno permesso la progettazione di complessi prodotti innovativi.

Ma cosa realmente accade in un processo di Design Thinking? Chi è coinvolto e quanto impegno e tempo richiede? E soprattutto: è applicabile solo a grandi progetti?

Lo abbiamo verificato con una delle menti più creative di questo secolo: Mia figlia.

Cosa si fa in una sessione di Design Thinking?

Il Design Thinking è un processo progettuale non lineare, cioè, a differenza di altri metodi di ricerca e individuazione di soluzioni, non ha la pretesa di trovare l’output migliore come mera conseguenza diretta di un'analisi.

Perché? Innanzitutto perché l’analisi potrebbe essere fuorviata da schemi mentali consolidati che potrebbero addirittura aver generato il problema che si tenta di risolvere. In seconda istanza perché per progettare un prodotto innovativo bisogna iniziare a pensare fuori dagli schemi, validare gli schemi pregressi attraverso più punti di vista e individuare i reali bisogni. A questo punto sarà possibile cominciare a ragionare a soluzioni nuove, condividerle, testarle e recepire nuove informazioni che non si erano immaginate prima. In un organizzato processo non lineare questo fa emergere l’innovazione.

Troppo astratto vero? Chiediamo alla Lucy.


Emphasize: i post-it di mia figlia sono gialli, i miei azzurri.

“Papà, devo fare una presentazione di geografia … devo studiare la Comunità Europea, ma è tutto sottolineato, devo studiare tutto?”

“Devi capire cosa c’è scritto e poi dirlo come lo diresti tu ...”

“Come si fa? Facciamo una mappa?”

Bingo. La Lucy ha ragione, facciamo una mappa. Il Design Thinking in primis ci chiede di fare una mappa.

E ognuno di noi inserirà i punti chiave che ritiene di valore nel modo che ne ha fatto personalmente esperienza, nel suo contesto, con la sua unica capacità. In una mappa dovremo inserire tutto quello che c’è nel libro? Inseriamo i punti più importanti, il resto delle informazioni verrà di conseguenza di questi punti.

Define: troppi post-it, facciamo un disegno.

“Beh, papà alcuni post-it sono uguali dai ... sta cosa del parlamento ...”

“Uhm, mettiamoli in ordine e togliamo quelli di troppo”

“La cosa della popolazione non si capisce bene … posso scriverci sotto qualcosa?”

“Certo, facciamolo ...”

“Posso fare un disegno?”

“Si! meglio...”

La Lucy mi fa infittire la mappa dove abbiamo condiviso che c’è la sostanza.

Un testo in più qui, una frase in più là. Ne parliamo e scriviamo le cose che serve aggiungere per completare quel punto. Questo diventa approfondimento, memoria condivisa, confronto, chiarimento e soprattutto diventa sintesi.

E spesso si, si fanno anche dei disegni, anche se non tutti sono bravi come la Lucy. Nel pensiero progettuale è istintivo fare uno schizzo o uno schema, è più facile condividere quello che si vuole esprimere, non è un fatto “dei creativi”, è un atto immediato di chiunque, semplice da condividere e da razionalizzare in seguito.

Ma soprattutto i disegni (o gli schemi) aiutano a memorizzare le cose importanti, sono memorabili a distanza nel tempo. E nel Design Thinking una cosa non è ammessa: dimenticare le premesse di progetto.

Ideate & Prototype: "a me mi piace".

“Ok, adesso però devo preparare sta presentazione alla maestra ...”

“Eh si, e deve pure ascoltarla volentieri…”

“Glieli canto?”

“Cavoli, che idea… ma gli devi dire tutti i punti della mappa ...”

“Proviamo papà! tu prendi la chitarra.”

Scrivere una strofa, poi un ritornello, si prova, si vede come suona, se le frasi fanno rima, si affina e ci raccomandiamo: tutta la mappa deve stare qui dentro! Aggiungiamo una strofa?

Prototipazione. Azzeccare al primo tentativo può capitare in alcuni progetti, ma ideazione e prototipazione sono certamente il miglior metodo di verifica che ci si può dare. Verifica di coerenza con quanto si è analizzato, verifica di resa. Si può canticchiare (con dei wireframe), si può suonare e cantare insieme (con del visual design e dei prototipi funzionali). 

Test & Iteraction: il dramma delle sorelline.

“Te la ripeto?”

“Vai, una volta a me, poi alla mamma, poi alla maestra”

La sorellina ascolta e ci dice che non si capisce niente, troppo veloce. Alla sorella grande invece piace, la mamma sembra sorridere.

Verificare il punto di vista di più persone in ascolto e razionalizzare ulteriormente la soluzione. Il processo non era lineare, abbiamo detto vero?

“Papà, devo rivedere l’ultima strofa, la Chiara non ha capito la cosa della densità di popolazione…”

Si, non è un processo lineare, si può tornare a guardare le mappe, a rivedere un prototipo, il processo è costantemente migliorativo, e ogni reiterazione porta a una maggiore relazione tra i partecipanti, con un conseguente maggiore approfondimento della soluzione sulla base dei focus condivisi.

Sembra difficile?

Il Design Thinking: è una chimera?

“Papà! la maestra non se l'aspettava una canzone, ma l'ha ascoltata tutta! ha detto che c’era dentro tutta la lezione!”

Il Design Thinking è spesso travisato come una serie di procedure da svolgere o peggio ancora come un modo “creativo” di affrontare analisi di norma tediose e troppo lunghe.

In realtà è un processo mentale al quale i progettisti sono sempre stati abituati e che di recente (ma neanche così di recente) si è scoperto essere estremamente utile in analisi più complesse ed ampie come quelle strategiche, di sviluppo applicazioni, di progettazione di processi.

È un processo strutturato fondamentalmente su 4 pilastri:

  1. Un dialogo in modalità libere di condivisione delle esigenze per l’individuazione degli obiettivi comuni
  2. Una sintesi delle esigenze condivise per priorità
  3. La relazione di diversi punti di vista alla ricerca di soluzioni pratiche
  4. La prototipazione e/o lo sviluppo incrementale

È un approccio di analisi che può essere applicato sempre, in ogni contesto, in modalità differenti a seconda delle risorse e dei tempi a disposizione.

L’importante è mantenere i capisaldi di cui sopra, nella giusta misura del contesto in cui ci si trova. In confronto a modalità più tradizionali il Design Thinking può raggiungere risultati in tempi più rapidi, far emergere quanto era rimasto sopito, e soprattutto dare forma a un processo migliorativo che persegue nel tempo.

E poi prendi 10.

P.S. se avete domande per mia figlia, scrivete a me, vi faccio sapere.

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